lunedì 13 maggio 2013

Saul Bass: il mago dei titoli di testa che cambiò il cinema




Giuseppe Mammetti
Non fosse stato per Google, che gli ha fatto una dedica molto simpatica, nessuno si sarebbe ricordato di Saul Bass, che oramai conoscono in pochi anche nella cerchia ristretta dei cinefili di professione. Per una ragione anche troppo semplice: non fu mai un divo dello show business. Eppure, questo eccentrico signore, ebreo newyorkese, nato nel Bronx da genitori originari dell’Est Europa, è stato un personaggio tra i più interessanti della storia del cinema e forse dell’intero mondo della comunicazione. Un professionista geniale, capace di influenzare intere generazioni di creativi, e di trasformare in arte un aspetto secondario o strettamente funzionale del film: i titoli di testa.Per universale riconoscimento, Bass è stato il più grande creatore di titoli di testa della storia del cinema. Le sue invenzioni hanno arricchito pellicole di ogni tipo, lavori indimenticabili e film assolutamente discutibili, divenuti dei cult proprio grazie alle sue trovate. Uno su tutti: L’uomo dal braccio d’oro di Otto Preminger, del ’55, film splendido, con una grande regia e un grande cast, che unafelicissima intuizione di Bass rese indimenticabile. Il film, che portò a un passo dall’Oscar Frank Sinatra, esplora la psiche di Frankie Machine, campione del poker ed ex morfinomane, che torna a casa dopo un periodo di detenzione, dove ha imparato a suonare la batteria ed è persino riuscito a disintossicarsi. Le premesse per rifondare la sua vita e ripartire da zero ci sarebbero tutte, ma il suo vecchio ambiente, la famiglia e i suoi amici, finiscono con l’avere la meglio, ricacciandolo nel tunnel e riportandolo in disgrazia. Per l’occasione, Bass confeziona una delle sequenze più celebri della storia. Realizzata grazie a una speciale animazione di strisce di carta, che si incrociano e terminano con il celebre “braccio bianco su sfondo nero” che cambiò il modo di concepire la comunicazione al cinema.


Nel mondo dei designer applicati alla settima arte, Brass entrò con la dirompenza di un meteorite, portando una nuova filosofia, basata, come amava ripetere “sull’immagine che evoca l’essenza del racconto”. E che punta, come tutte le tecniche pubblicitarie di successo, sulla straordinarietà dell’ordinario.
Per Hitchcock, con cui inaugurò un lungo sodalizio, sfornò decine di sequenze memorabili. Alcune ottenute sperimentando un nuovo tipo di tipografia cinetica, come in Intrigo internazionale, dove i titoli precipitano lungo una griglia geometrica che nell’immagine d’apertura del film si trasforma nella facciata del palazzo delle Nazioni Unite, che ospita buona parte della storia. Altre addirittura anticipando il tema centrale della pellicola, come in La donna che visse due volte, dove Bass stesso girò l’inquietante piano sequenza iniziale: con il primissimo piano sul viso della donna che si stringe fino al dettaglio della pupilla e si colora di rosso, fino a sfumare in una spirale allucinante. Solo citando alcuni tra i suoi affezionatissimi partner di lavorazione, si finisce per capire quanto un creativo come Bass, con le sue trovate, possa aver inciso sulla storia del cinema e addirittura sul nostro modo di comunicare, in una società fondata sulle immagini. Alfred Hitchcock, Otto Preminger, Billy Wilder, Stanley Kubrick e Martin Scorsese, che di lui fu addirittura un fan, lo consideravano un aiuto irrinunciabile: una ciliegina prelibata, da applicare sulla torta di un film ben fatto.Ancora oggi, con una tecnologia che evolve a velocità furente, possiamo tranquillamente affermare che tutte le moderne sequenze di titoli di apertura che introducono l'umore o il tema di un film, possono essere viste come un retaggio del lavoro innovativo di Saul Bass e della sua filosofia dell’immaginazione. Che ha fatto innamorare generazioni di spettatori, con la più ammaliante delle arti: quella dello stupore, di cui fu maestro impareggiabile.


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