Pier Paolo Segneri
Quando pensiamo all’Italia, la prima cosa che viene in mente è la Bellezza.
Certo, poi, seguono una serie infinite di altre cose, comprese quelle poco
piacevoli o avvilenti o addirittura tristi, soprattutto di questi tempi.
Soprattutto ora che subiamo e viviamo una crisi che ci angoscia e ci preoccupa
come cittadini, al di là del colore politico o delle proprie fortune o sfortune
personali. Questa crisi riguarda tutti noi e ha diffuso un po’ ovunque, oltre
che in ciascuno di noi, un profondo senso d’inquietudine, di angoscia, di
paura, di rabbia, di malessere provocando una sorta di depressione generalizzata.
Eppure, la prima cosa che viene in mente, pensando all’Italia, è proprio la
Bellezza.Non a caso, si parla dell’Italia come del Belpaese: arte, colori, paesaggi
splendidi, mare, montagna, lago, colline, città d’arte, isole. E non basta:
l’Italia è Bellezza perché la bellezza è creatività, storia, cultura, costume,
cinema, teatro, musica, cucina, cibo, vini e chi più ne ha più ne aggiunga.
Però, c’è un però…! È notizia di questi giorni che la Rai, per quest’anno,
rinuncerà alla diretta e alla messa in onda della consueta edizione di Miss
Italia. Ebbene, lasciatemelo dire (e scrivere!), mi sembra una scelta assai
poco lungimirante, anzi: direi che si tratta di un grosso abbaglio, forse
addirittura grossolano. È proprio in questi momenti di difficoltà diffusa che è
necessario, invece, riscoprire il senso più vero della Bellezza. E non
confondiamola, per favore, con l’apparenza e neppure con l’estetismo. Perché la
Bellezza è il simbolo del nostro Paese. Ecco perché Miss Italia rappresenta un
evento che, più di qualsiasi altro, in questo momento, può trasmettere a tutti
noi quel senso di fiducia che ci manca. Miss Italia significa ottimismo,
rinascita, volontà di reagire alla crisi in modo positivo e costruttivo. Se
vogliamo restituire slancio alla nostra creatività, alla moda italiana, al made in Italy o anche soltanto alla
nostra speranza, allora è necessario comprendere che la manifestazione “Miss
Italia” non è l’emblema della mera esteriorità fisica, non è l’esaltazione di
una vuota e superficiale estetica delle forme, ma può essere ed è l’occasione
simbolica che può aiutarci a capire davvero che cos’è la bellezza e guidarci
nella riscoperta della vera Bellezza. Quindi, “Miss Italia” è anche un
programma televisivo su cui la Rai farebbe bene ad investire per condurci alla
riscoperta delle nostre migliori qualità: immaginiamo per un attimo una Miss
che sfila indossando un abito che ricalca i gusti e i tempi in cui viviamo, che
restituisce valore al merito di chi quell’abito l’ha disegnato e realizzato. Ma
non basta, immaginiamo di avere in studio, durante la kermesse, gli ospiti che
possono dare forza all’idea che l’Italia ha bisogno di speranza e che
l’ottimismo della volontà può avere la meglio sul pessimismo della ragione se
impariamo a conoscere e a capire che cos’è davvero la Bellezza, nelle sue
manifestazioni artistiche, culturali, di costume.Se andiamo avanti di questo passo, se cancelliamo anche Miss Italia, se non
comprendiamo quale meravigliosa occasione essa rappresenti, allora ci
condanniamo all’ignoranza, all’angoscia, alla depressione. Infatti, Miss Italia
ha avuto i suoi momenti di maggiore splendore quando è servita a rilanciare il
nostro Paese dopo anni o periodi di crisi. Pensiamo, ad esempio, a che cosa ha
rappresentato Miss Italia negli anni ’50, nel secondo dopoguerra, con la forza
dirompente di una speranza e di una fiducia nel prossimo e nel futuro che ha
condotto al boom economico. Pensiamo a Miss Italia degli anni ’80, che ci ha
aiutati a ritrovare quella solarità necessaria per uscire fuori dal periodo
degli “anni di piombo”. Pensiamo a Miss Italia non come a qualcosa di vecchio e
superato, ma come a qualcosa che può essere migliorato e adattato ai nostri
tempi. Non cancelliamo Miss Italia dai palinsesti, ma facciamo tutti in modo
che la Rai lavori, fin da subito, per cercare idee che possano rendere
quell’evento televisivo anche un evento innovativo. Miss Italia ha attraversato
la storia del nostro Paese, non soltanto sul piano del costume, ma soprattutto
della cultura, dell’arte, della moda. Pensiamo a Totò. Ecco, pensiamo a quando
Totò scrisse e lanciò la sua canzone Miss
mia cara Miss e cerchiamo di capire, di andare in profondità, di non
soffermarci all’estetica di facciata. La Bellezza di questa kermesse è anche
nella canzone di Totò. Nel lavoro che la cultura produce. Del resto, lo stesso
Totò, il principe De Curtis, fece parte della giuria di Miss Italia.
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