Pier Paolo Segneri
Che l’Europa non sia e non debba
coincidere con l’euroburocrazia di Bruxelles o con l’assetto definito dalla sola
moneta unica è un dato che occorre spiegare e rilanciare con forza all’opinione
pubblica. Negli ultimi anni ha purtroppo prevalso l’immagine opposta e diventa
pertanto necessario riscoprire le matrici e le idealità del vero europeismo,
quello che ha come obiettivo l’affermazione degli Stati Uniti d’Europa. Luigi
Einaudi, nel marzo 1954, ribadisco 1954, all’epoca della ratifica del Ced, cioè
della Comunità europea di difesa, scriva in proposito queste testuali parole:
“Nella vita delle nazioni di solito l’errore di non sapere cogliere l’attimo
fuggente è irreparabile. La necessità di unificare l’Europa è evidente. Gli
Stati esistenti sono polvere senza sostanza. Nessuno di essi è in grado di
sopportare il costo di una difesa autonoma. Solo l’unione può farli durare. Il
problema non è fra l’indipendenza e l’unione; è fra l’esistere uniti e lo
scomparire…”. Ora il nodo è arrivato al pettine e, forse, non abbiamo ancora
perso l’attimo fuggente. Nel 1941, oltre settant’anni fa, quando Altiero
Spinelli, Eugenio Colorni ed Ernesto Rossi erano confinati sull’isola di
Ventotene, questi tre “folli” scrissero e immaginarono il progetto per gli
Stati Uniti d’Europa. Chi avesse letto il Manifesto di Ventotene in quel
momento, avrebbe pensato – non senza ragione – che nell’isola vi erano stati
reclusi dei pazzi, degli illusi, degli ingenui, dei perseguitati, dei
dissidenti politici che stavano vaneggiando di cose impossibili,
irrealizzabili, impensabili in quel frangente. Anche oggi è così, siamo in una
situazione assai differente eppure simile: la crisi economica e politica imperante,
i colpi di coda di un regime partitocratico impotente, l’illegalità diffusa,
l’inganno come strumento di propaganda, l’anti-democrazia al Potere, la
distruzione dello Stato di diritto, la prevalenza delle resistenze
istituzionalisti che rispetto all’apertura alla società civile.
Mi viene in mente, a
tal proposito, anche la grande attualità rappresentata dall’idea antica della
Giovane Europa, cioè dell’associazione
politica europeista fondata da Giuseppe Mazzini, nel 1834, per promuovere
l’indipendenza e l’emancipazione dei popoli dalla sudditanza ai regimi
assoluti. Per avere un futuro
diverso, insomma, per conquistare gli spazi di un’auspicabile democrazia, che
in Italia ancora non c’è, è necessario recuperare lo spirito che animò gli ideali
della Giovane Europa di Mazzini. Corsi e ricorsi storici.
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