Francesco De Palo
Ferrovie cinesi già al lavoro per strutturare le nuove reti di trasposto
locali, multinazionali interessate agli scali aeroportuali regionali in
un’ottica di trasporti aerei rapidi ed economici come negli Stati Uniti, l’idea
di realizzare in Grecia una nuova vetrina informatica “europea” delle
dimensioni della Hewlett Packard e la presenza della cinese Cosco nei cinque
nuovissimi moli container nel porto di Pireo, oltre a cento battelli di ultima
generazione che Atene acquisterà da Pechino. Sono i primi risultati del viaggio
di affari intrapreso in oriente dal premier ellenico Antonis Samaras. Nella
settimana dedicata a Pechino e a Baku a caccia di investitori, i numeri
spiegano meglio di analisi e di commenti cosa ci guadagna la Grecia da una
colonizzazione cinese e quanto i cittadini. Il Die Welt, dopo la Bild, si è
addirittura spinto a definire Samaras l’uomo che ha condotto la Grecia del
“Grexit” dall’euro a una permanenza più tranquilla. Ma a quale prezzo?
Il primo ministro ha assicurato che la Cina investirà oltre 250 miliardi
di euro in Grecia, per via di un’economia finalmente estroversa e tarata su un
programma di 28 privatizzazioni. “Il nostro mondo sta cambiando – ha detto
lasciando Pechino e atterrando a Baku per la seconda tappa di questo tour commerciale
– la Cina esporta in tutto il mondo, la Grecia è un membro dell’Ue e può
diventare la porta d’ingresso per promuovere i prodotti cinesi in Europa”.
Aggiungendo che la Grecia è la prima potenza marittima del mondo, tra l’altro
proprio più di 100 navi sono greche attualmente in costruzione nei cantieri
navali della Cina a costi non ancora quantificati. Ma al di là delle affinità
tra Socrate e Confucio (“vissero all’incirca nello stesso tempo” ha detto
Samaras presentandosi al meeting di sviluppo elleno-cinese, promosso dal
governo di Pechino), incoraggiano i 400 milioni di turisti cinesi nel mondo di
cui il 5 per cento è previsto che farà tappa in Grecia. Su questa
consapevolezza il governo di Atene ha studiato delle misure ad hoc, come una
app per gli i-Pad in lingua cinese disponibile per crocieristi e per i
visitatori orientali, oltre a facilitazioni per quanto concerne i visti
Ma il piatto forte degli accordi siglati si ritrovano nel campo delle
infrastrutture e dell’informatica. Pechino si inserirà con prepotenza nel
sistema ferroviario e aeroportuale greco. In prima battuta parteciperà, con
l’intenzione di vincere, alle gare per l’aggiudicazione della privatizzazione
delle ferrovie greche, in secondo luogo, come una sorta di operazione a tenaglia,
investirà sugli aeroporti. Ma non solo su quello internazionale di Atene, il
cui 33 per cento è stato appena ceduto alla multinazionale canadese Hochtief,
bensì rilevando i tredici scali regionali presenti su tutto il territorio greco
e utilizzandoli (almeno queste sarebbero le intenzioni secondo fondi
ministeriali) come gli scali statunitensi, con costi bassi e rapidità di
spostamento e in un’ottica tarata sull’attrattività turistica
destagionalizzata. Il punto di domanda è quanta percentuale di questo benessere
ricadrà sui cittadini, dal momento che le nuove leggi sul costo del lavoro
previste dal memorandum della troika hanno abbassato salari e welfare: di fatto
un incentivo solo per chi investe.
Si aggiunga che la cinese Cosco ha già in mano i cinque nuovissimi moli
containers che saranno sviluppati nell’imponente porto del Pireo, utilizzandolo
come l’hub cinese verso il mercato europeo. Capitolo informatica: la Huawei e
la ZTE sono due delle maggiori realtà high-tech del pianeta e sono cinesi. La
prima ha un giro di affari di 35 miliardi di dollari e che in tre anni
lieviterà fino a 70. Entrambe punterebbero a creare in Grecia un centro
logistico come la Hewlett Packard. Rilevante il margine esistente nel settore
marittimo, con opportunità che si aprono al 60 per cento nel campo petrolifero
e al 50 per cento delle importazioni cinesi gestite da navi di proprietà greca.
In parallelo, ben 146 sono le navi greche costruite in questo momento nei
cantieri cinesi. Sotto l’Acropoli e nelle isole Cicladi quest’anno sono attesi
migliaia di cinesi, ma non saranno solo turisti in cerca di souvenir o di
spiagge mozzafiato. Molti i magnati cinesi che ormai guardano all’Egeo come
piattaforma di investimenti e di logistica verso l’Europa. (twitter@FDepalo)
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