Francesco De Palo
Sud fa rima con una piaga che, più di altre, si apre e brucia.
per i riverberi sociali, per quella miscellanea di speranze e sogni che vengono
distrutti in un attimo. Il caporalato non è soltanto un qualcosa che riporta
alla mente il dramma di Rosarno, o degli extracomunitari che raccolgono
pomodori in Puglia e Campania, nell'indifferenza di un Paese a cui importa solo
politica e pallone. Ma è una sofferenza comune a chi nel meridione d'Europa
lotta per conquistarsi una fetta di libertà, e rischia di lasciarci la pelle. Nella Grecia devastata da memorandum e corruzione, accade che
una trentina di braccianti agricoli extracomunitari dediti alla raccolta di
fragole si rivolga al capo per chiedere lo stipendio, ma in cambio ricevano
fucilate. Il bilancio è di ventinove feriti, con il proprietario del campo di
fragole in manette e con il video dei corpi straziati sul terreno e di quelli
al pronto soccorso che ha fatto il giro del mondo, con un tam tam in rete
grazie all’hashtag di Twitter #bloodstrawberries. Ma contro un'azione
delittuosa e vergognosa come questa, la migliore risposta l'hanno offerta i
cittadini greci che da quel maledetto 17 aprile non hanno più toccato nei
mercati rionali quelle fragole che, seppur preziose in virtù di una zona molto
fertile come è quella del Peloponneso, sono scese da tre euro a 75 centesimi. E
che quindi visti i tempi di magra potevano essere commercialmente appetibili.Quella frutta è rimasta sui banchi invenduta perché, come
ripetono moltissimi cittadini nelle migliaia di mail di protesta che hanno
scritto in questi giorni ai quotidiani del paese, sono fragole da cui scorre
del sangue. Lo scontro è avvenuto nei campi di fragole di Vouprasia, detta Nea
Manolada, alla periferia di Patrasso. I tre assalitori prima hanno sparato in
aria per intimidire i braccianti, ma poi hanno colpito indiscriminatamente il
gruppo di lavoratori, come dimostrano le immagini strazianti con pozze di
sangue nel terreno. L’importo totale dovuto dai proprietari, sostengono i
braccianti, aveva superato i 150mila euro e riguardava gli stipendi di sei mesi
di lavoro.
twitter@FDepalo
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