domenica 14 luglio 2013

Il caso Rcs-Corriere: perché tifare Della Valle




Venator

Non si parla molto, purtroppo, dello scontro che si sta consumando per conquistare il controllo della Rcs-Corriere della Sera. E’ un vero peccato perché dietro questo riassetto si muovono interessi e ambizioni importanti. Ne ha tracciato un quadro Paolo Cirino Pomicino in un intervento sul “Foglio” del 12 luglio mettendo a fuoco, con la lucidità di vecchio democristiano, i rischi dell’operazione e anche il motivo per cui, tra Della Valle e Fiat, è bene tifare il primo piuttosto che il Marchionne che tanto piace a certa neodestra imprenditoriale e liberista. Pomicino sottolinea la scomparsa degli editori puri e ripercorre il modo in cui il salotto buono del capitalismo italiano ha cominciato a investire negli organi di stampa. Queste scorribande della finanza per il controllo degli organi di informazione (De Benedetti, Caltagirone, Fiat) ha finito con il mettere ai margini una politica sempre più debole.

Scrive Pomicino a proposito dello scontro Della Valle-Fiat: “Bisogna dare atto a Diego Della Valle di un coraggio inusuale nel mondo imprenditoriale italiano, visto che il controllo della Fiat sul Corriere è sostenuto anche da autorevoli istituzioni finanziarie e da personaggi come Giovanni Bazoli. Noi riteniamo un errore questa iniziativa della Fiat non solo sul piano estetico (l’avvocato Agnelli mai avrebbe impegnato ingenti capitali Fiat nell’editoria mentre mandava in cassa integrazione migliaia di lavoratori con la prospettiva di chiudere anche stabilimenti) ma anche sul terreno più propriamente industriale ed editoriale. La Fiat già controlla un grande giornale come La Stampa ed è presente nel Corriere in maniera significativa oltre a influenzare, con la sua concessionaria di pubblicità, tante altre testate”. Resta da chiedersi perché la politica resti muta dinanzi a tutto questo, così come sono silenti i comitati di redazione dei giornali interessati.  

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