Venator
Non si parla molto, purtroppo,
dello scontro che si sta consumando per conquistare il controllo della
Rcs-Corriere della Sera. E’ un vero peccato perché dietro questo riassetto si
muovono interessi e ambizioni importanti. Ne ha tracciato un quadro Paolo
Cirino Pomicino in un intervento sul “Foglio” del 12 luglio mettendo a fuoco,
con la lucidità di vecchio democristiano, i rischi dell’operazione e anche il
motivo per cui, tra Della Valle e Fiat, è bene tifare il primo piuttosto che il
Marchionne che tanto piace a certa neodestra imprenditoriale e liberista.
Pomicino sottolinea la scomparsa degli editori puri e ripercorre il modo in cui
il salotto buono del capitalismo italiano ha cominciato a investire negli
organi di stampa. Queste scorribande della finanza per il controllo degli
organi di informazione (De Benedetti, Caltagirone, Fiat) ha finito con il
mettere ai margini una politica sempre più debole.
Scrive Pomicino a proposito dello
scontro Della Valle-Fiat: “Bisogna dare atto a Diego Della Valle di un coraggio
inusuale nel mondo imprenditoriale italiano, visto che il controllo della Fiat
sul Corriere è sostenuto anche da autorevoli istituzioni finanziarie e da
personaggi come Giovanni Bazoli. Noi riteniamo un errore questa iniziativa della
Fiat non solo sul piano estetico (l’avvocato Agnelli mai avrebbe impegnato
ingenti capitali Fiat nell’editoria mentre mandava in cassa integrazione
migliaia di lavoratori con la prospettiva di chiudere anche stabilimenti) ma
anche sul terreno più propriamente industriale ed editoriale. La Fiat già
controlla un grande giornale come La Stampa ed è presente nel Corriere in
maniera significativa oltre a influenzare, con la sua concessionaria di
pubblicità, tante altre testate”. Resta da chiedersi perché la politica resti
muta dinanzi a tutto questo, così come sono silenti i comitati di redazione dei
giornali interessati.
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