«L’unica polemica ammissibile sul Premio Strega è quella contro
le polemiche. Da quando, nel 2010, lo vinsi io si dice che non c’è gara. E
allora? Se non c’è competizione è semplicemente perchè gli autori non
partecipano e quello più bravo, come è stato adesso con Walter Siti,
normalmente vince…». Lo sostiene Antonio Pennacchi, lo scrittore di Latina
vincitore dello Strega nel 2010 col suo romanzo «Canale Mussolini» (Mondadori).
«Adesso – aggiunge – è uscita fuori ‘sta
storia dell’esclusione di Busi. Ma non c’è niente da dire, è stato lui a
tirarsi fuori. E parla un giurato che l’ha votato nella cinquina, a me il suo
sembrava il romanzo più bello e più lirico…». «Nel 2010 io ho vinto a sorpresa
-sottolinea Pennacchi- e mi sta bene così. Oltretutto mi confrontavo col
romanzo di Silvia Avallone, che era molto bello. Ma da che mondo è mondo la
letteratura mondiale si basa sulla competizione. Sin dall’antica Grecia e da
Roma. E alle gare bisogna starci. Smettiamola con la storia delle case editrici
che fanno i loro giochi. Guardate i voti delle major: non sono la maggioranza,
e allora le piccole e medie case editrici, e soprattutto gli autori, si dessero
da fare».
«Stavolta, da giurato, ho votato per Aldo
Busi, nonostante lui, forse pure per fargli dispetto. Del resto -conclude
Pennacchi- è da gennaio che non leggo i giornali e non guardo la televisione.
Sto isolato a scrivere il mio nuovo romanzo, nuovo in tutti i sensi, non
parlerà nè di Mussolini nè degli anni Sessanta e Settanta come ho fatto in
precedenza…».
Nessun commento:
Posta un commento