Venator
E’
bello il pezzo pubblicato ieri dal Messaggero in cui Vincenzo Cerami rievocava
il pathos dell’esordio in un giornalismo che non c’è più: le macchine da
scrivere, il fumo di sigaretta, i redattori anziani che sanno fare tutto e che
sono manuali di esperienza, e ancora quel “respirare con la vita quotidiana”,
perdendo la visione d’insieme degli avvenimenti, perché “il giornalismo va
dietro alla vita, con la casualità della vita” e ogni articolo è destinato a
morire il giorno dopo.
Se
prima c’era la febbre dell’inseguire i fatti, magari con il fotografo appresso,
e c’era anche quel po’ di letteratura che nel confezionare la notizia dava il
tocco di originalità necessario, oggi c’è la fibrillazione del gossip, del
particolare che nessuno sa, a scapito dell’analisi e dell’interpretazione. Il
giornalista origlia, il giornalista ascolta uno spezzone di frase e ci ricama
sopra, il giornalista non è quello che racconta ma quello che riesce meglio a
fregarti, il giornalismo è chiacchiericcio e le news di questo tipo non
aspettano per morire neanche 24 ore, muoiono dopo pochi minuti, quando è
germogliato un altro retroscena. Il giornalista non è più un romantico
sognatore d’avventure – così Cerami descrive il mestiere – ma un arrampicatore
neocinico.
Viene
in mente la conversazione con un vecchio giornalista di destra, un’autorità nel
settore. Si parlava del perché la sinistra sia riuscita a creare una rete di
professionisti dell’informazione rispetto alla quale non c’è gara, mentre da
quest’altra parte della barricata c’è solo qualche nome che stancamente recita
a soggetto. “Forse sono più bravi?”. “Ma no, ma no. E’ che quelli di sinistra
studiano filosofia, appaiono più tormentati, più adatti al giornalismo
esistenziale e di denuncia”. “E quelli di destra?”. “Quelli di destra fanno i
dossier. E’ un lavoro pure quello, e anche ben remunerato”. “E quelli che a
destra schifano i dossier e i Servizi?”. “Quelli sono e resteranno degli
sfigati”.
Un
tempo c’è stato un giornalismo di passione che univa forse le speranze degli esordienti
di destra e di sinistra. Oggi, a quanto pare, bisogna scegliere: o la filosofia
o i dossier.
Nessun commento:
Posta un commento