Gennaro Malgieri
Outlet Italia, benvenuti. Si trova
ciò che si cerca e si spende poco, quasi niente. Ci si
può perfino dimenticare di saldare il conto. Arrivano grandi imprese straniere e si comprano ciò che
desiderano, marchi di lusso in maniera particolare e con grande voracità.
L’alta finanza non si lascia scappare le occasioni migliori e si accomoda nei
consigli di amministrazione che contano, prima timidamente e con educazione,
poi dettando legge e facendola da padrona.
Ma sono i servizi segreti d’oltreconfine che si
accaparrano gli “affari” più redditizi fidando sull’impunità e sulla
compiacenza dello Stato italiano. Per non dire dei tiranni che ci sono “amici”
(ma lo sono un po’ di tutti nel cosiddetto mondo libero). A cominciare da Putin e finendo con Nazarbaev, presidente in eterno
del Khazakhstan che soggiorna in
Sardegna e detta le sue volontà a non meglio precisate autorità italiane in
fatto di espulsioni di cittadini fuggiti dal suo “paradiso” e che non hanno
nessuna voglia di farvi ritorno.
Chiunque, insomma, può compiere le scorribande che vuole come se l’Italia
fosse diventata terra di safari incruenti (ma chi può dirlo?). La sovranità
nazionale non è mai stata così strapazzata. Nessuno la riconosce. A cominciare
da chi dovrebbe difenderla. E senza sovranità non ci si può presentare da
nessuna parte a meno di non farsi ridere dietro o, peggio, commiserare.
Il pasticcio kazako, come è stato definito, è qualcosa di più di quel che
si vuol far credere. Non sono in discussione funzionari inaffidabili o poco
inclini a trattare con diplomazia e discrezione casi delicati e “sensibili”.
C’è anche questo, naturalmente, ma in primo luogo risulta evidente la totale
assenza dello Stato nel controllare chi arriva e chi parte dal nostro Paese, il
monitoraggio delle ragioni di quanti chiedono asilo politico secondo i trattati
internazionali e le disposizioni interne, la vigilanza su quanti accreditandosi
come “diplomatici” sono in realtà sgherri talvolta spietati che agiscono su
commissione contro loro connazionali, ma anche a danno dei nostri servizi di
sicurezza.
Nella vicenda che ci ha una volta di più ridicolizzati davanti al mondo c’è
tutto questo, ma c’è anche l’irresponsabilità delle forze politiche e del
governo che hanno tentato di minimizzare l’accaduto rendendo per di più
esplicito come di fronte ad un tiranno protosovietico come Nazarbaev, tenuto su dall’interesse di Putin e dalla politica
energetica che utilizza ricattando mezza Europa, quella che una volta era la
sesta o la settima potenza mondiale non può fare altro che chinare la testa
senza impegnare né il ministro degli Esteri, né quello dell’Interno (sarebbe
troppo grave!), ma funzionari che per mestiere devono adeguarsi a tutelare il
“bene dello Stato”.
Chi non coglie il grottesco in questo ossimoro politico? Lo
Stato-amministrativo che si castra in favore dello Stato-politico, come se non
fossero le due facce di una stessa entità. Al governo qualcuno che abbia letto
i testi del grande costituzionalista Costantino
Mortati deve pur esserci, diamine. E non crediamo che tutti ignorino la lezione sul
“sovranismo” di Carl Schmitt. Non sono dettagli
poiché l’arte di governo è intessuta anche nella cultura politica e giuridica
malauguratamente in decadenza.
Può accadere anche questo, dunque, nell’outlet Italia dove, approfittando
dello Stato che non c’è e dello smarrimento dell’interesse nazionale si fanno
affari e si svendono diritti umani. E qualcuno lo spieghi poi ai signori
dell’esecutivo che in casi del genere ci si attenderebbe da loro almeno un
flebile gridolino di protesta, mentre si trincerano dietro la revoca del
decreto di espulsione di una mamma e della sua bambina che non fa neppure il
solletico al kazako che dalla sua reggia di Astana guarda il mondo
dall’alto in basso e l’Italia soltanto nelle sue bassezze.
Si diceva una volta che il nazionalismo faceva male. Certo se applicato con
la disinvoltura di chi l’utilizzava per politiche di potenza che finivano per
comprimere le altrui sovranità era senz’altro così. Ma chi può dire che Craxi, per fare un esempio, non fece il proprio dovere ai tempi di Sigonella e
l’Italia ne guadagnò di conseguenza in prestigio anche di fronte all’irritato
alleato americano? Non credo che possiamo dire la stessa cosa oggi con due marò
trattenuti in India e la restituzione ad un tiranno delle due vittime innocenti
di una faccenda che non le riguarda, mentre il protagonista della stessa,
l’ex-ministro dell’Energia Muktar Ablyazov, oggi oppositore di Nazarbaev,
probabilmente vaga per il Belpaese a dispetto delle nostre autorità, oltre che
di quelle del suo Paese, e non pensa minimamente di consegnarsi dimenticando
che la moglie Alma Shalabayeva e la figlia Alua sono
nelle mani del suo nemico. Grazie all’Italia.
(da Blitz quotidiano del 17 luglio 2013)
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