lunedì 11 marzo 2013

Se il Pantheon è quello... sarebbe davvero un altro '68

Il fenomeno dell'eterogenesi dei fini produce sempre effetti reali sul piano dell'immaginario. L'espressione filosofica da noi utilizzata rimanda infatti al processo per cui azioni intenzionali hanno conseguenze imprevedibili e spesso opposte ai desideri di chi le ha messe in atto. Ci riferiamo, in particolare, a ciò che producono alcune campagne giornalistiche con risultati opposti rispetto alle intenzioni di chi le ha messe in pagina. Pensate, in questi giorni, agli articoli e alle inchieste che stanno cercando di normalizzare e addomesticare il fenomeno Grillo, tentando di farlo passare per un guazzabuglio qualunquistico a metà strada tra il New Age e l'antipolitica urlata. Il Corriere della Sera, ha ad esempio cercato di rappresentare in una pagina il cosiddetto Pantheon degli attivisti del Cinque Stelle. Accanto a una foto del leader venivano elencati a tutta pagina i nomi di Jack London, Adriano Olivetti, Giuseppe Garibaldi, Simone Weil, Michael Moore, George Orwell, Fabrizio De André e Bob Marley. Ai quali potevano essere affiancati anche Stiglitz, Yunus o Adriano Celentano. Pescando infatti da alcune citazioni ricavate dal blog di Grillo e da alcuni suoi comizi, quelli del Corriere hanno in realtà definito un immaginario di riferimento che adesso però diventa canonico e canonizzato. A questo proposito, a suo tempo, Eric Hobsbawm parlò di "invenzione delle tradizioni", un processo che nella storia del Novecento ha dimostrato la sua efficacia. Tanto che scorrendo l'elenco del Corriere i lettori non potevano che spontaneamente rispecchiarsi in un immaginario libertario, innovativo e dalla parte del cambiamento quale quello prospettato. Storicamente Adriano Olivetti fu sconfitto dal "modello Agnelli" e Garibaldi da Cavour e dal compromesso di quello che allora si chiamò il "partito della Corona". Puntare a presentare un fenomeno ancora allo "stato nascente" come rappresentante di un immaginario simile non può in realtà che farne accrescere l'attrattività. E non affatto detto che ciò sia un male. Anche perché conduce, volenti o nolenti, chi in quel movimento s'è riconosciuto a muoversi lungo quei binari.  E come s'è sentito cantare Bob Marley in tutti i comizi dello Tsunami Tour: "Get up, stand up".

Nessun commento:

Posta un commento