mercoledì 20 marzo 2013

Coraggio fratelli ciprioti






Gianfranco Franchi

Cosa ricordo delle mie settimane a Cipro: un'isola ferita e umiliata da un'occupazione militare turca che nessuno nomina e nessuno denuncia mai, qui in Europa, e nessuno riconosce, nel mondo, a parte Ankara. Ricordo città piene di storia e di bellezza, come Famagosta, puntinate da rioni fantasma, le chiese dei greci diroccate, spogliate, distrutte. Pullman carichi di esuli grecociprioti che scavallavano il confine, a Nicosia, per andarsene a rivedere la tomba di san Barnaba, o le rovine di Salamina, o lo spettrale, romantico castello di sant'Ilario. Ricordo il muro di Nicosia e ricordo quanto mi scavò dentro vedere una città spezzata in due tronconi, innaturalmente. Ricordo una speculazione edilizia vergognosa, per tutta "cipro nord", cemento a volontà a sporcare Kyrenia e Bellapais e le spiagge delle tartarughe, tanti cartelloni pubblicitari scritti nella lingua degli ultimi padroni, gli inglesi, e tanto servilismo dei coloni turchi nei confronti degli inglesi; ricordo i monasteri armeni abbandonati e violati dalla ferocia turca, e le chiese greche scoperchiate. O trasformate in magazzino, o magari in taverna. Ricordo di aver sentito tanto dolore e tanta pietà, tanto amore e tanta empatia, e di aver desiderato di poter restare per anni, per scrivere cosa succedeva nella terza isola più grande del nostro mare - con una storia così famigliare, così multietnica, così complicata. Ricordo musi di Ataturk a puntinare la Cipro occupata, un incrocio tra Bela Lugosi e Tutankamon, faceva spavento - e così le esecrabili sculture turche, memoria della riuscita aggressione degli anni Settanta. Ricordo che al mio ritorno ho studiato la storia dell'eroica difesa di Bragadin e dei suoi compagni con vera sofferenza, e altra comprensione. Adesso l'Europa vuole spogliare i ciprioti dei loro soldi, e di quelli dei russi, fratelli e difensori dell'ortodossia. Non so che senso abbia - spero non sia l'ennesimo suicidio, a beneficio dei turchi, amici degli yankee e di londra. Spero, ogni venti minuti, che Cipro diventi greco-russa  e torni libera. Libera veramente. E si possa cominciare a curare ferite recenti e antiche, molto. Coraggio fratelli ciprioti.

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