sabato 16 marzo 2013

Laura Boldrini rilancia l'antifascismo fuori tempo massimo





Si chiama Laura Boldrini la nuova presidente della Camera. Nel suo discorso di insediamento, grondante di retorica dei diritti, alcuni passaggi, forse i più significativi, sono stati dedicati alla Costituzione, la "più bella del mondo", scritta da coloro che ebbero il merito, dice lei, di sconfiggere il fascismo. Applausi prolungati. Bè non può non venire in mente un altro discorso di insediamento, quello di Luciano Violante, ex Pci, ex magistrato, nel 1996. Fu a suo modo un discorso storico per quel passaggio in cui invitava la politica e le istituzioni a comprendere le ragioni dei vinti, le ragioni dei ragazzi e delle ragazze di Salò. Quel discorso - dopo il quale Mirko Tremaglia, ex ragazzo di Salò,  si commosse e Fini andò a stringere la mano a Violante - fornì la trama di un'occasione perduta. Non tanto per la pacificazione, concetto impegnativo e disatteso, quanto per la necessità di chiudere la stagione delle contrapposizioni che avevano segnato la prima Repubblica, mettendo in conto che esisteva una larga fetta di elettori, rappresentati in Parlamento, cui non faceva poi così schifo essere rappresentati da una destra in qualche modo erede delle ragioni patriottiche dei ragazzi citati da Violante. Ebbene molte cose sono accadute da allora e tra queste una su cui vale la pena riflettere: si è privilegiata, da destra come da sinistra, la volontà di tenere alzati i muri, di perpetuare lo scontro, sia pure a livello dialettico. Si è premiata la tattica del tornaconto elettorale accantonando la strategia, perché per prendere voti c'è sempre bisogno del "nemico". I risultati sono sotto gli occhi di tutti: una presidente della Camera che fuori tempo massimo fa la sua professione di antifascismo e non c'è neanche più un Tremaglia ad incazzarsi, né un postmissino a ricordare che la pacificazione era uno dei temi più cari ad Almirante. Abbiamo il commento di Daniele Capezzone. Magari avremmo voluto di più dalla vita....

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