Soso
Le bombe terroriste ormai bersagliano regolarmente il Libano
multiconfessionale e plurietnico: gli innocenti barbaramente uccisi servono a
lacerare, lungo linee di frattura settarie, il tessuto sociale di uno dei
popoli più civili della Regione. L'evidenza giudiziaria ha ormai fatto emergere
le responsabilità saudite di questa vera e propria aggressione militare,
condotta dall'esterno del Libano con formazioni e metodi assolutamente
criminali e fuori da qualsiasi diritto internazionale.
Se la Guardia Nazionale
Egiziana, i Partiti Nasseriani e altre forze nazionaliste hanno dichiarato la
loro mobilitazione per intervenire in Siria a fianco dell’Esercito Nazionale di
Assad nella lotta contro i kaedisti stranieri, significa che ciò che accade in
Siria è anche e manifestamente il frutto di un'odiosa manovra occidentale e che i gruppi
estremisti scatenati contro il paese arabo costituiscono solo la prima linea,
in questa guerra di aggressione neo-colonialista. Ma la strategia con cui
alcuni paesi occidentali conducono l'aggressione, permette di esporre la sola
Ryhad alla reazione degli stati legittimi e rappresentati nelle istituzioni
internazionali. È evidente infatti che i volontari egiziani in partenza per la
Siria hanno la piena copertura istituzionale dello Stato Egiziano, la cui nuova
Costituzione mette definitivamente al bando l'Islam politico. La logica
conseguenza strategica del nuovo orientamento Egiziano, comporta di fatto
l'apertura di un nuovo fronte di ostilità ad ovest per Ryhad, che ha già
provocato un fronte nord Siriano-Irakeno e inevitabilmente un fronte Est
Iraniano.
Ma se per il presidente Putin è provato che "tutte le piste
portano allo stesso paese che gestisce le cellule terroristiche” che stanno
insanguinando la Siria, il Medioriente e il Caucaso, l'ultimatum consegnato a
Ryhad da una delegazione russa rappresenta una "Linea Rossa" che è
già stata superata con le bombe nel Daghestan. Se diversi servizi di sicurezza
europei oggi operano a Damasco, collaborando con le istituzioni della
Repubblica Araba Siriana, ormai convinti che non c'è alternativa alla
leadership del presidente al Assad, significa che l'estremismo islamico è una
minaccia non solo per il Medio Oriente ma per tutto il mondo. È ormai evidente
quindi che tutti devono contribuire per opporsi al wahabismo ed estirparlo, ma
soprattutto è oggi chiarissimo che il cerchio si stringe e la dinastia
reazionaria saudita è sempre più isolata ed esposta, nella guerra di
aggressione e illegale, portata avanti contro il Libano, la Siria, l'Irak e la
Federazione Russa. Se i fattori considerati sono realistici, il fallimento di
una strategia criminale pluriennale può rappresentare la miccia per la conseguente sollevazione di interi
popoli che circondano il fulcro ormai manifesto di una odiosa e pervicace
politica di minaccia alla pace e ad istituzioni internazionalmente
riconosciute. Tutti questi fattori portano a considerare come possibili ulteriori e non
prevedibili eventi bellici, che potrebbero anche non rimanere circoscritti al
solo Medio Oriente.
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