giovedì 30 gennaio 2014

Bankitalia e l'interesse nazionale: un applauso a Fratelli d'Italia e ai Cinquestelle



Annalisa Terranova

Una bella pagina di opposizione quella scritta ieri dai deputati che si sono opposti al decreto Imu-Bankitalia. Molti si chiedono: perché legare Imu e Bankitalia in uno stesso decreto? La risposta è complessa proprio perché si vuole, confondendo le acque, tenere l'opinione pubblica disinformata. L'operazione Bankitalia è infatti un regalo alle banche le quali accettano di essere tassate una tantum per 1 miliardo, somma che serve a coprire il buco creato dall'abolizione dell'Imu. Che questa tassa sia sparita siamo tutti contenti, ovvio, ma è bene si sappia che il costo lo paga ancora una volta la collettività. Perché regalo alle banche? Perchè la rivalutazione delle quote di Bankitalia (detenute in maggioranza da Banca Intesa e Unicredit) porta a una ricapitalizzazione enorme di questi istituti a carico delle riserve di via Nazionale. Alle banche è stata inoltre concessa la retroattività, per cui potranno iscrivere in bilancio per il 2013 i guadagni della rivalutazione presentandosi agli stress test futuri con le carte in regola. In più, la norma secondo cui nessun azionista può detenere più del 3% del capitale di Bankitalia "obbliga" i maggiori istituti azionisti a vendere le quote di cui sono in possesso, quote però enormemente rivalutate (25mila euro ciascuna). In cambio il governo non ha neanche chiesto che questo regalo fosse ricambiato allentando la stretta creditizia verso imprese e famiglie in difficoltà.
L'opposizione di Sel, Fratelli d'Italia e grillini ha mostrato quali sono le forze tra le quali è possibile una saldatura in vista degli interessi nazionali. E questo va detto anche a vantaggio dei troppi che hanno denigrato il Movimento Cinquestelle (la cui similarità con il vecchio Msi appariva evidente fin dall'esordio dei parlamentari grillini tra i banchi di Montecitorio, al di là delle ingenuità e dei linguaggi cialtroneschi, dettagli dietro i quali si è voluta non vedere la sostanza). Non mi pare quindi molto sensato fare una specie di gara tra chi ha cominciato prima e chi è più credibile tra coloro che si sono opposti alla vergogna del decreto Bankitalia. Del resto, come asseriva la mia amica Raffaella Duelli, ausiliaria scelta e sempre rimasta fascistissima, nei momenti rivoluzionari (e i tempi di crisi sono tempi rivoluzionari) le etichette non hanno senso. Sei di destra? Le ho chiesto più di una volta. E lei: "Io sono una rivoluzionaria, e nel fascismo destra e sinistra si toccavano". Ora, quella di ieri resterà a mio avviso una pagina memorabile, forse non storica ma di sicuro significativa proprio perché mostra plasticamente questa verità. Bravo Fabio Rampelli e applausi a Fratelli d'Italia, allora, ma molto bravi anche i grillini. E solidarietà totale alla deputata Cinquestelle che, mentre occupava i banchi della presidenza, è stata colpita con arroganza e violenza da un deputato questore di Scelta civica. Chissà se Laura Boldrini, così sensibile alle ricadute negative degli spot pubblicitari, lo sia anche per quelle di un'aggressione fisica che non ha precedenti. 

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