Soso
Mediaticamente distratti dal corso di eventi storici interdipendenti, di immane portata e in pieno svolgimento, tutti noi rischiamo di perderne di vista uno in particolare composto da diverse delicatissime fasi e che prosegue il proprio corso, malgrado gli ostacoli.
Non sono passati poi molti giorni dalla visita di Putin a papa Francesco: una storica convergenza che ha portato la Federazione Russa ad impedire l'attacco occidentale alla Siria, come richiesto dal Pontefice.
Ivan Jurkovic, nunzio apostolico in Russia, ha pubblicamente dichiarato che Santa Sede e Federazione Russa convergono nel rifiuto dell'uso della forza come soluzione alle crisi.
Il Papa ha di fatto riconosciuto che la Russia e' un attore globale e che nella ricerca delle soluzioni non si può emarginarlo, davanti alle diverse crisi internazionali che minacciano la pace.
Il patriarca Kirill espresse il proprio auspicio che la visita di Putin in Vaticano potesse rafforzare le relazioni tra la Russia e la Santa Sede, ma anche quelle tra la Chiesa Ortodossa Russa e quella Cattolica Romana.
Il 12 novembre il Papa ricevette in Vaticano il ministro degli esteri del Patriarcato di Mosca, il metropolita Hilarion, mentre nello stesso giorno nella capitale russa il patriarca Kirill accoglieva nella sua residenza il cardinale di Milano Angelo Scola. Lo stesso patriarca Bartolomeo I ha dichiarato che l’unione tra le due confessioni cristiane è vicina.
Ma cosa comporterebbe l’unione tra le due chiese? Innanzitutto, tra le due confessioni non ci sono molte differenze teologiche: entrambe condividono il Battesimo e l’Eucarestia; ma se anche gli ortodossi non riconoscono alla Cresima la validità di sacramento, quando un prete ortodosso consacra le ostie, queste diventano il Corpo di Cristo, come avviene per un prete cattolico.
La Chiesa Cattolica, invece, non riconosce la celebrazione liturgica fatta dai protestanti, in quanto i loro pastori non discendono direttamente dagli apostoli.
Sia i preti cattolici che quelli ortodossi invece discendono direttamente dagli apostoli, quindi si riconoscono reciprocamente.
L’unica differenza tra i preti cattolici e quelli ortodossi consiste nel fatto che gli ortodossi possono sposarsi, mentre i cattolici di rito romano no. Ma neanche questo sarebbe un vero ostacolo, perché nella Chiesa Cattolica i preti di rito orientale possono sposarsi.
L'impedimento reale che attualmente ostacola l’unione tra cattolici ed ortodossi è nella diversa visione del Pontefice, al quale gli ortodossi riconoscono solo il primato nella carità ma non quello nelle decisioni. Alla soluzione di questo problema lavorano oggi entrambe le parti, per superare le divergenze e realizzare così il comando che Gesù Cristo ha dato prima di morire: che siano una cosa sola.
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