Soso
La rivolta kaedista nell'ovest irakeno confinante con la Siria, ha
aperto ormai un vero e proprio nuovo fronte della guerra che, travolgendo ogni
confine, si manifesta sempre più come un conflitto regionale e
internazionalizzato. I miliziani kaedisti hanno infatti dato battaglia a
Falluja e Ramadi, decisamente troppo vicino alla capitale Baghdad: forze di
élite e unità corazzate irakene sono quindi entrate in combattimento nelle due
città simbolo della resistenza all'invasione anglo-americana del 2003. È quindi
sempre più evidente il coinvolgimento saudita nel conflitto: come retrovia
logistica sul fronte irakeno; come supporto finanziario e direzione delle
cellule kaediste in Libano, confermate dall'arresto del saudita Majed al-Majed,
capo delle Brigate Abdallah Azzam, da parte dell'intelligence di Beirut. E infine non vanno sottovalutati i
tentativi sauditi di ingraziarsi il paese dei cedri con tre miliardi di dollari
e l'aiuto della Francia, a patto che il Libano accetti di diventare pedina di
Riyadh nella guerra contro Assad ed Hizb-Allah.
La raffica di attentati
stragisti nella capitale libanese e le sommosse kaediste a Tripoli siriaca, nel
nord del Paese dei Cedri, parlano chiaro: il Libano sarà sempre più coinvolto,
per aprire un fronte marittimo che supporti nuove offensive contro la Siria,
dove l'esercito nazionale procede ormai quasi dappertutto con operazioni
antiterrorismo. È oggi insomma necessario chiedersi quali potenze vogliano un
Libano incendiato, una Siria divisa e un Iraq devastato dagli attentati. La
risposta indica con precisione oltre all'evidente Arabia Saudita, la riedizione
del patto Sykes-Picot con cui Regno Unito e repubblica francese intendono
riportare indietro di un secolo l'intera regione (Il patto Sykes-Picot fu stipulato il 16 maggio 1916 e in quell'occasione Regno Unito e Francia definirono segretamente, dopo la fine della Prima guerra mondiale, le loro rispettive aree di influenza in Medio Oriente, in particolare sui territori tra la Siria e lì'Iraq).
Il grimaldello strategico
ormai evidentissimo e già utilizzato nella grande destabilizzazione araba degli
ultimi tre anni, è l'armata kaedista scatenata per giustificare il successivo
intervento imperialista occidentale. Armata strutturata come rete terroristica
forte ormai anche di cinquemila combattenti europei, con passaporto di Paesi
dell’area Schengen. Lo dice chiaramente l'intelligence belga citata dal
quotidiano francofono Le Soir, che denuncia anche un gruppo kaedista fiammingo:
200 cittadini con passaporto belga che combattono in Siria e Iraq e di cui
almeno 20 sono morti in battaglia.
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