venerdì 13 dicembre 2013

Ma quanto sei antica, non ti piace Renzi... Infatti, sono antica e non mi piace Renzi



Annalisa Terranova

Dice: ancora a parlare di Matteo Renzi... E' vero, argomento trito e ritrito. Dice: ma che ti frega, a te, se Renzi ammazza la sinistra, mica sei di sinistra.... Vero pure questo, ma la sinistra mi serve dialetticamente, non come nemico, ma serve... Dice: a te Renzi non piace perché vuole rottamare la generazione ideologizzata come la tua. Gli odiosi anni Settanta. I sanguinosi anni Settanta. Ecco, e allora? Non mi piace proprio per quest'ultimo motivo. O meglio, nutro diffidenza. Anzi, confesso, ho proprio un senso di superiorità verso quelli che non hanno fatto vita di sezione, organizzato un'assemblea, che non hanno studiato i sacri testi di riferimento (Marx o Marcuse di là e Evola o Gentile di qua, sto semplificando eh...), mai una carica della polizia, mai un sogno, sia pur timido, di rivoluzione, mai un giornaletto autoprodotto, di quelli con le affermazioni sovrane e le negazioni assolute. Mai la politica "totale", che ti fa scegliere un'altra famiglia, al posto di quella naturale, i cui vincoli valgono poi sempre, anche a distanza di decenni. E mai le lacrime per gli ideali consumati, gli amici ammazzati, quelli logorati dagli errori e dalle cazzate. E mai le notti insonni, a pensare: come andrà domani? Quel corteo, quell'assemblea, quell'appuntamento. Mai le notti insonni a rompersi la testa sui libri più difficili, quelli così difficili che con la realtà non combaciano mai. Dice: sono cose superate. Oggi conta il programma, l'ascolto delle categorie. Ho capito: e non era meglio studiare la filosofia politica piuttosto che ricevere delegazioni di commercianti? Lo so lo so, dico cose fuori tempo. I mie figli direbbero: a ma', come sei "antica". E vabbè, è un delitto essere "antichi"? E poi scusate, non è che gli anni Settanta sono stati solo terrorismo: ci sono stati il nuovo diritto di famiglia, la riforma sanitaria, il voto ai diciottenni. Dice: c'era pure il "diabolico" femminismo. E chi l'ha detto che era poi così diabolico il femminismo? Dice: c'era l'egemonia culturale della sinistra. E c'era perché era più brava, la sinistra. Lo vogliamo dire, lo possiamo dire? Dice: c'era il compromesso storico. perché oggi non c'è la stessa cosa, con le larghe o strette intese, come diavolo le volete chiamare? Dice: c'erano gli opposti estremismi. E già, e Renzi proviene proprio dalla storia di chi li ha orchestrati gli opposti estremismi... Dice: c'era l'austerity. E perché oggi non c'è? Dice: ma era il Msi che vedeva in ogni conquista sociale la nefandezza di un'era di decadenza. E infatti a me il Msi non piaceva, io lo volevo cambiare (eravamo in tanti a volerlo cambiare). Poi volevo pure cambiare An (ed eravamo già un po' di meno là a voler cambiare), poi c'è stato un enorme big bang, ma io sto sempre qua, che voglio cambiare la destra, perché la destra come piace a me non l'ho mai vista e posso continuare l'interminabile dibattito sulle cose che si potrebbero fare, sulle occasioni perdute, sugli errori accumulati. A Renzi invece gli tocca la concretezza dell'azione. Ha bisogno di superare la sinistra senza dirlo troppo apertamente. Io invece la destra "brutta", che non mi piace, la voglio archiviare sul serio, e lo dico pure. Perché vengo dagli anni Settanta, e non mi piacciono le mezze misure. O tutto o niente. Se vieni da lì, non scambi la rivoluzione con la "rottamazione". Al limite, te la fai per cavoli tuoi, la rivoluzione. Te la fai interiormente. Che è sempre un risultato (se ci riesci). E c'hai pure il vantaggio che nessuno ti rompe i coglioni con le percentuali...

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