domenica 15 dicembre 2013

Appello ai forconi piccoli. La vera rivoluzione è avere dubbi



Annalisa Terranova 

Questo è un appello ai forconi più piccoli. Diciamo quelli attorno ai vent'anni. I più sensibili ai richiami "rivoluzionari". Cominciamo con un aneddoto: ai tempi degli indignati, del corteo dell'11 ottobre 2011, alcuni adolescenti che frequentavano casa mia mi raccontarono che erano andati a sfilare anche loro. Che da subito, appena partito il corteo, avevano visto gente che buttava a terra i cassonetti e li incendiava. Che la polizia aveva visto e non era intervenuta. Che quindi, giustamente presi da leciti sospetti, avevano abbandonato la manifestazione prima dei caroselli di piazza San Giovanni. Questo per dire che, pure se non sei violento, c'è sempre qualcuno che è più violento di te e se non c'è te lo mettono a fianco per fregarti. Che vuol dire? Vuol dire che questa storia dei forconi è stata molto ben "schedata" da governo e Viminale e che la gente che va in piazza è rimasta priva di copertura politico-istituzionale (abbandonata sia da Berlusconi sia, anche se in misura minore,  da Grillo). I segnali sono inequivocabili: Letta che dice in aula che i poliziotti sono fedeli servitori delle istituzioni (e questo dopo l'episodio dei caschi tolti in piazza) il che significa che le forze dell'ordine devono darsi da fare e Alfano nella sua informativa alla Camera afferma che ci sono infiltrazioni antagoniste di estrema destra da tenere sotto controllo. Poi sono arrivate le cariche agli studenti alla Sapienza, le cariche a Torino, le cariche contro CasaPound a Roma (con arresto di uno dei capi). Poi ci sono anche gli scemi che cantano Bella ciao, ma il problema non sono loro: chi insegna che il problema è quello c'ha il braccetto a molla scolpito nelle poche rotelle cerebrali che detiene. Il problema è il segnale che un governo di compromesso ha lanciato. Gli infiltrati pericolosi tra l'altro non sono neanche segreti, sono dichiarati, e spetterà a loro l'onere di rappresentare lo spauracchio da emarginare per dimostrare che Letta e Alfano sono i referenti dei moderati di sinistra e di destra. Di tutta questa commedia il copione è già scritto perciò, cari forconi piccoli, state attenti: non vi fate usare. Avere dubbi è più rivoluzionario che sventolare il tricolore per conto terzi. Ah, un'altra cosa: i portavoce dei forconi, così, a naso, mi sembrano tipi che, se fosse concessa loro l'opportunità di entrare non nella stanza dei bottoni ma in una qualsiasi anticamera di una stanzetta dei bottoni, farebbero come tanti rivoluzionari che ho conosciuto: l'amante istituzionale, l'auto blu per portare in giro la famiglia, il bancomat con risorse pubbliche per la lingerie della segretaria e per il resort di lusso, magari la laurea a pagamento e i parenti piazzati fino alla quarta generazione. E allora, vale la pena farsi male?

1 commento:

  1. http://salvatoreazzaro.scrivere.info/index.php?poesia=245005+&t=Vento+culturale+de+Forconi+nei+nuovi+Vespri+Siciliani

    RispondiElimina