venerdì 28 febbraio 2014

Modello Agnese






Annalisa Terranova

A me Agnese sta simpatica. Voglio dire lei, la moglie di Matteo Renzi, che sceglie di stare a Firenze con i figli invece di seguire il marito a Roma. In questi giorni di inattività di un governo appena insediato sono le "donne" del premier ad attirare l'attenzione di media pigri e conformisti. Tutti convinti che Dagospia sia il massimo che l'informazione può elargire. O forse è un triste lascito dell'uomo delle "cene eleganti". Lui che mandava bigliettini alle sue deputate sgargianti mentre Matteo, poveraccio, manda pizzini ai grillini (che lo sputtanano sul web). Dunque per ora ci si lascia andare a cadute di stile su Maria Elena Boschi e il suo tailleur blu savoia al giuramento, o peggio si fa una colpa a Marianna Madia del suo essere incinta. L'eterno maschilismo italiano (che del pari si esercitò sulle ministre di Berlusconi). E la povera Agnese, che se ne sta lontana da Roma, viene tirata per la gonna, per la giacca, per i capelli, perché deve stare qua, al centro della scena, a offrirsi in pasto ai giornalisti twittaroli, ai blogger, agli esperti degli spifferi di palazzo. Deve fare come le regine di Francia che assistevano pallide e altere allo sculettamento delle possibili favorite. La first lady, perbacco, deve fare la first lady. Un invito che non tiene conto di un fatto che non sfugge anche ai più disattenti: l'Italia non è una repubblica presidenziale e poi il "modello Veronica" non fu così diverso dal modello Agnese. Un venticello sottile e perfido investe Agnese. E tutti fanno spallucce perché in fondo è questo il prezzo della notorietà. E chi dice che Agnese somiglia a Luxuria. E chi scrive su Twitter (la forzista Licia Ronzulli): vieni a Roma carina, perché gli spazi vuoti vengono sempre occupati. Agnese inesperta, Agnese inadeguata, Agnese che se ne sta in disparte, Agnese che pensa ai ragazzini, Agnese che insegna Lettere. Mi sta simpatica Agnese. Mi sta simpaticissima. A lei tutta la mia solidarietà. 

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