mercoledì 26 febbraio 2014

George Saunders e la sua umanità grottesca nella raccolta "Pastoralia"



Annalisa Terranova

George Saunders si conferma narratore avvincente quanto lucido. Uno scrittore che riesce a cogliere l'aspetto grottesco e tragico dell'esistenza postmoderna. Che raffigura un'umanità deforme e deformata ma che al tempo stesso riesce a riscoprirsi umana. Lo dimostra la raccolta di racconti brevi appena uscita - Pastoralia, Minimum Fax - in cui Saunders, dopo il fortunato Dieci dicembre, individua situazioni in cui il protagonista è schiacciato da un meccanismo sociale opprimente e ridicolo al quale si adegua con un senso di alienazione profondo da cui da un momento all'altro può scaturire la scintilla della ribellione. Nella raccolta Pastoralia questa condizione si incarna nel povero padre di un figlio molto malato che per sopravvivere deve lavorare in un parco a tema dove la regola è vivere come un primitivo, in una caverna, mangiando carne di capra ed esprimendosi a gesti. Conta la veridicità di questa finzione. Non si può allentare la presa perché i superiori vigilano sulla "recita". E il licenziamento è sempre in agguato come si evince dalla circolare dei superiori: "A livello di licenziamenti di massa, rilassatevi, non sono in programma, sul serio, e poi, anche se fosse, vi dovrebbe venire da chiedervi: Sto Pensando Positivo/Parlando Positivo? Ce la sto mettendo tutta? Sto facendo il minimo errore? Ma non preoccupatevi. Chi di voi non ha bisogno di preoccuparsi non dovrebbe preoccuparsi neanche un po'. Quanto a chi dovrebbe preoccuparsi, ormai è un po' tardi per iniziare a preoccuparsi, avreste dovuto iniziare mesi fa...". Lo sfruttamento non è solo quello della forza-lavoro, giunge ad accalappiare l'interiorità che dovrebbe restare inviolabile. Nel racconto Quercia del mar uno spogliarellista mantiene la sorella e il nipotino. "Mamma mia che stress questo lavoro. Appena scendi nella Classifica dei Carini sei spacciato. Le Clienti ci classificano come Superfico, Dolciotto, Sciapo, Schiappa. Mica mi sto lamentando. Almeno io lavoro. Almeno non sono una schiappa come Lloyd. Sono un Dolciotto/Sciapo che se ne torna a casa con quaranta bigliettoni in tasca". Ma si può essere più viscidi e più trucidi e scalare la classifica, diventare Superfichi in questa macchina tragica di sopraffazione che rappresenta un'arida decadenza. 

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