Marco Iacona
Ci avviciniamo all’autunno e all’uscita del nuovo film di Woody
Allen. Si intitolerà Blue Jasmine e i
protagonisti saranno Cate Blanchett e Alec Baldwin. Una coppia in grave crisi
dopo i disastri finanziari del marito. Lei sarà l’ennesima bionda alla corte
del newyorkese, lui è stato uno dei protagonisti più convincenti di uno degli
episodi di To Rome with love cioè del
penultimo film. Blue Jasmine è una
storia che si sviluppa tra New York e San Francisco, cioè tra le due coste
degli Stati Uniti. Proprio come ai tempi di Io
e Annie – tra New York e Los Angeles – che resta una prova insuperabile di
Allen ed è tra l’altro vincitore di quattro premi Oscar.
Io e Annie come sapranno gli alleniani è una pellicola che trasformò il cinema dell’ex battutista e comico del “Blue Angel”; fino a quel momento interessato esclusivamente a far ridere il pubblico e da lì in poi legato alla narrazione delle vicende umane, sofferenze comprese. Il film ebbe il grande Gordon Willis come direttore della fotografia (Interiors, Manhattan, La Rosa purpurea del Cairo), già dietro la macchina da presa per i primi due episodi de Il Padrino di Coppola e successivamente anche per il terzo. Il nuovo film di Woody è già uscito in America e pare stia andando benissimo. Addirittura meglio di Midnight in Paris una delle perle dell’ultima produzione. Il film che narra degli incontri misteriosi di un giovane scrittore americano, a Parigi con la famiglia della fidanzata (Owen Wilson e Rachel McAdams), che si imbatte così per pura magia nei protagonisti della cultura degli anni Venti, Hemingway, Scott Fitzgerald, Cole Porter, Picasso e i surrealisti, e poi in quella della Belle Époque. Incontri che naturalmente gli cambieranno la vita. Il film aveva incassato solo negli Usa sessanta milioni di dollari, sorprendendo un po’ tutti dato che i rapporti tra Woody e l’America erano sempre stati altalenanti, e tutt’altro che buoni nell’ultimo periodo. Alla fine degli anni Novanta addirittura in molti lo davano per finito. Anche To Rome with love non è andato malissimo in America, mentre da noi è piaciuto poco, soprattutto ai critici improvvisati e non. Sicuramente ci si aspettava qualcosa di più e di diverso dall’episodio con Roberto Benigni, comunque è certo che quel film è un autentico atto d’amore per gli italiani e l’italianità sempre in bilico tra genialità artistica e cialtronaggine.
Vedremo dunque tra qualche mese questo ennesimo episodio della vita d’artista di Woody Allen. Lentamente ci avviciniamo ai cinquanta film come regista e sceneggiatore. Incominciò con Che fai rubi? del 1966, ma soprattutto con “Prendi i soldi e scappa” del 1969. Le tappe essenziali della sua carriera sono tante, e si potrebbe andare per gusti. Personalmente consiglierei oltre Io e Annie (1977), almeno Manhattan (1979), Hannah e le sue sorelle (1986), Un’altra donna (1988), Crimini e misfatti (1989), Harry a pezzi (1997) e Hollywood Ending (2002). Quest’ultimo – ambientato nell’una e nell’altra delle coste americane – solo perché, sul finire, contiene una delle più belle battute di Woody. Cito a memoria: «Qui sono un idiota [riferendosi agli Stati Uniti], ma lì sono un genio [riferendosi alla Francia]». Ecco, Blue Jasmine potrebbe essere anche questo: la rivincita definitiva del grande regista newyorkese sui testoni e sui nemici di lungo corso.
Io e Annie come sapranno gli alleniani è una pellicola che trasformò il cinema dell’ex battutista e comico del “Blue Angel”; fino a quel momento interessato esclusivamente a far ridere il pubblico e da lì in poi legato alla narrazione delle vicende umane, sofferenze comprese. Il film ebbe il grande Gordon Willis come direttore della fotografia (Interiors, Manhattan, La Rosa purpurea del Cairo), già dietro la macchina da presa per i primi due episodi de Il Padrino di Coppola e successivamente anche per il terzo. Il nuovo film di Woody è già uscito in America e pare stia andando benissimo. Addirittura meglio di Midnight in Paris una delle perle dell’ultima produzione. Il film che narra degli incontri misteriosi di un giovane scrittore americano, a Parigi con la famiglia della fidanzata (Owen Wilson e Rachel McAdams), che si imbatte così per pura magia nei protagonisti della cultura degli anni Venti, Hemingway, Scott Fitzgerald, Cole Porter, Picasso e i surrealisti, e poi in quella della Belle Époque. Incontri che naturalmente gli cambieranno la vita. Il film aveva incassato solo negli Usa sessanta milioni di dollari, sorprendendo un po’ tutti dato che i rapporti tra Woody e l’America erano sempre stati altalenanti, e tutt’altro che buoni nell’ultimo periodo. Alla fine degli anni Novanta addirittura in molti lo davano per finito. Anche To Rome with love non è andato malissimo in America, mentre da noi è piaciuto poco, soprattutto ai critici improvvisati e non. Sicuramente ci si aspettava qualcosa di più e di diverso dall’episodio con Roberto Benigni, comunque è certo che quel film è un autentico atto d’amore per gli italiani e l’italianità sempre in bilico tra genialità artistica e cialtronaggine.
Vedremo dunque tra qualche mese questo ennesimo episodio della vita d’artista di Woody Allen. Lentamente ci avviciniamo ai cinquanta film come regista e sceneggiatore. Incominciò con Che fai rubi? del 1966, ma soprattutto con “Prendi i soldi e scappa” del 1969. Le tappe essenziali della sua carriera sono tante, e si potrebbe andare per gusti. Personalmente consiglierei oltre Io e Annie (1977), almeno Manhattan (1979), Hannah e le sue sorelle (1986), Un’altra donna (1988), Crimini e misfatti (1989), Harry a pezzi (1997) e Hollywood Ending (2002). Quest’ultimo – ambientato nell’una e nell’altra delle coste americane – solo perché, sul finire, contiene una delle più belle battute di Woody. Cito a memoria: «Qui sono un idiota [riferendosi agli Stati Uniti], ma lì sono un genio [riferendosi alla Francia]». Ecco, Blue Jasmine potrebbe essere anche questo: la rivincita definitiva del grande regista newyorkese sui testoni e sui nemici di lungo corso.
Nessun commento:
Posta un commento