domenica 23 marzo 2014

Roma vista da Parigi: la grande decadenza





Annalisa Terranova

Sull'ultimo numero di Internazionale viene ripreso un articolo di Philippe Ridet da Le Monde che descrive in modo veritiero come la decadenza di Roma vada rintracciata negli errori gestionali che l'avvicendarsi di sindaci di diverse estrazioni politiche non ha saputo o voluto curare. Scrive Ridet: "Il debito di Roma è un pozzo senza fondo. Tenendo conto anche degli interessi, il debito è di circa venti miliardi di euro. Una cifra che spiega in parte questo fallimento: l'amministrazione cittadina impiega direttamente o attraverso l'intermediazione di società municipalizzate 56mila persone. L'Atac, l'azienda che gestisce il trasporto urbano, perde circa 1,6 miliardi di euro. L'azienda capitolina ha anche un altro record: nel suo organico ci sono più dirigenti che controllori. Costantemente sul filo della bancarotta, Roma ha da tempo rinunciato ad aver cura del suo patrimonio. L'azienda di scarpe Tod's restaura il Colosseo, la casa di moda Fendi restaura la fontana di Trevi. Sono ancora gli sponsor privati quelli che si occupano del restauro della piramide Cestia  e della fontana del Bernini a piazza di Spagna. I milioni di turisti che ogni anno visitano Roma pensano di vedere nelle facciate piene di crepe di alcuni palazzi un fascino supplementare, un segno di autenticità. In realtà, però, spesso si tratta di un segno di abbandono". Il sacco di Roma è stato sistematicamente portato avanti dalla politica. In modo trasversale. Dunque non sarà l'alternanza dei sindaci a salvare la Capitale, e neanche l'elezione diretta può bastare a garantire la selezione di un primo cittadino credibile. Si può immaginare allora che l'aula Giulio Cesare diventi una piccola assemblea costituente e che stili un decalogo etico e pratico cui gli eletti dovranno attenersi pena la decadenza e che stronchi sul nascere ogni focolaio di clientele magari abolendo del tutto gli inutili Municipi (che potrebbero tranquillamente svolgere le sole funzioni di uffici anagrafici decentrati)?

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