venerdì 21 giugno 2013

Oltre sinistra, centro e destra: culmine, crisi e risoluzione


Pier Paolo Segneri
La discussione e il dialogo sono il sale della politica. Anche l’avvento dei blog e dei social network hanno senso se aiutano il dibattito e facilitano la possibilità di incontrarsi, dialogare, contraddire e contraddirsi. È per questo motivo che, in una società liberale e aperta, tesi e antitesi non fanno per forza sintesi, ma è necessario – invece – che conducano alla formazione di metodi capaci di creare i presupposti per una convivenza anche tra idee diverse, anche tra identità storico-culturali diverse. Insomma, il Novecento è finito da tempo.  La destra, il centro e la sinistra sono, ormai, da almeno 20 anni, categorie storiche consegnate agli storici. Certo, si tratta di concetti ancora indispensabili per leggere il passato degli ultimi due secoli, ma credo che non siano più parole adatte per comprendere e definire il nostro presente. Infatti, la complessità dell’oggi e, forse ancor di più, del nostro futuro, ci spinge ad andare oltre le vecchie posizioni e i superati schematismi ideologici. A tal proposito, ho trovato assai stimolante, tra i tanti articoli – molto interessanti – pubblicati su questo blog, l'intervento di domenica 2 giugno 2013, scritto da Luciano Lanna, e intitolato: “Quelli che con la destra (e la sinistra) l’hanno fatta finita da tempo…”.
Suggerisco a tutti di leggerlo e, per chi lo avesse già fatto, invito a rileggerlo. Tra le numerose riflessioni che si potrebbero fare sui tanti punti toccati e sviluppati nell'articolo, vorrei aggiungere un elemento che ritengo rivoluzionario e ineludibile perché armonico e riformatore. Insomma, sempre in linea con quanto affrontato da Lanna nel suo argomentato intervento, credo sia preliminare e necessario superare il vecchio schema di tesi, antitesi e sintesi, che ha fin qui caratterizzato la cultura politica, per aprirsi finalmente al futuro. Non a caso, proprio su questo punto, già nel 2008, ormai oltre cinque anni fa, nel mio libro Il nuovo possibile, edito da Portaparole, indicavo un’altra chiave di lettura che, attraverso tre elementi narrativi, permetterebbe una più costruttiva interpretazione della nostra realtà politica, in modo tale da non cadere negli ideologismi, nei dogmatismi o nei conflitti pregiudiziali. Mi riferisco a “culmine, crisi e risoluzione”. Ripeto: culmine, crisi e risoluzione. Proprio per superare la vecchia struttura ideologica basata su “tesi, antitesi e sintesi”. Avremo modo di approfondire la questione in un altro articolo e di spiegarla meglio. Quello che interessa, al momento, è cercare di cogliere la portata innovativa di una diversa e possibile chiave di lettura per affrontare, in modo condiviso e partecipato, liberale e libertario, la realtà politica che ci circonda e coglierne la forza per una “rivoluzione armonica”.

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