Riproponiamo di seguito un estratto di un interessante articolo di Antonio Carioti (da La Lettura del Corriere di domenica 1 febbraio 2015) su come la religione cattolica stia conoscendo un risveglio inedito a dispetto di una secolarizzazione che si vorrebbe irreversibile. Lo spunto di Carioti è lo studio di Manlio Graziano, Guerra santa e santa alleanza. Religioni e disordine internazionale nel XXI secolo (Il Mulino). Graziano riprende lo scenario che troviamo nel romanzo Sottomissione di Houellebecq ma approda a conclusioni diverse: l'Islam non dominerà in Europa e l'Occidente conoscerà una riscossa della chiesa cattolica.
"Fornire sicurezza, afferma Manlio Graziano, sarebbe appunto il compito principale dello Stato, che però ci riesce sempre meno: 'La sua sovranità è erosa dalla finanza globale e dalle organizzazioni internazionali. In più la crisi fiscale lo costringe a tagliare i servizi sociali su cui basa il consenso. Opprime i cittadini comuni con le tasse e non li aiuta a risolvere i problemi. Così si è creato un vuoto che le religioni tendono a colmare, offrendo un riferimento identitario ma anche prestazioni assistenziali. La vita sociale non si può fondare solo sulla ricerca del profitto: la fede diventa così un correttivo rispetto all'individualismo esasperato'. Lascia perplessi l'idea che sia la chiesa cattolica la massima beneficiaria di questo processo. Non è la rinascita islamica il fenomeno più vistoso e purtroppo anche violento? '... Non bisogna sopravvalutare i fautori della guerra santa, le cui posizioni estreme non derivano dall'islam originario ma piuttosto dall'imitazione di movimenti rivoluzionari moderni. L'imperversare del Califfato, in Siria e in Iraq, è un effetto della rivalità geopolitica tra Iran, Arabia Saudita e Turchia. Boko Haram, in Nigeria, è un gruppo tribale che nobilita la sua sete di potere con il richiamo all'Islam. E va ricordato che il fanatismo sanguinario si incontra anche tra seguaci di altre religioni: in ambito musulmano ha più spazio perché l'Islam sunnita, largamente maggioritario, manca di autorità religiose investite del compito di delimitare il perimetro della legge divina, la sharia, e condannare i devianti'.
La forza della Chiesa cattolica, sostiene Graziano, risiede invece proprio nella sua struttura centralizzata e gerarchica, che ha ricominciato a far valere con Giovanni Paolo II: 'Papa Wojtyla non si è limitato a combattere il comunismo... ha opposto allo scontro di civiltà, teorizzato da Samuel Huntington, il progetto di una santa alleanza tra tutte le grandi religioni per far arretrare il secolarismo e riportare la fede al centro della sfera pubblica". (...) 'Su scala globale - dice Graziano - dal 1978 al 2012 i seminaristi sono raddoppiati e anche i sacerdoti sono aumentati, sia pure non di molto, mentre i diaconi sono passati da meno di 8mila a 41mila. In diversi Paesi, persino in Gran Bretagna, si registra una crescita della pratica religiosa cattolica. Non bisogna confondere l'Europa con il mondo'. Tuttavia la battaglia di Ratzinger sui valori non negoziabili sembra fallita, tanto che Papa Francesco l'ha abbandonata: '... La campagna ratzingeriana è comunque servita a mobilitare gruppi militanti, le minoranze creative, che hanno ridato visibilità e influenza alla Chiesa. Lo stesso Bergoglio ha smorzato i toni sulla bioetica ma ha rilanciato lo spirito missionario, che consente ai cattolici di fronteggiare la concorrenza dei gruppi evangelici in America Latina'. "
Antonio Carioti
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