Soso
La guerra d'invasione siriana è all'inizio della fine, per
questo l'antco villaggio cristiano di Maaloula brucia di nuovo. L'ondata kaedista rifluisce, ma il fuoco che
minaccia la Croce lancia un messaggio che è pure una promessa: questa volta non
si è combattuta una guerriglia, ma una vera Jihad. Una guerra in campo aperto
contro un nemico temibile, sostenuto da potenze di primissimo ordine e che
rappresenta il primo obiettivo da abbattere: la convivenza fra le confessioni
religiose e la laicità delle istituzioni. La morte in
combattimento nella località siriana di Tirtiyah, del colonnello Abu Daifallah
al-Saudi dei commandos sauditi, ucciso assieme a un francese e due
britannici... ci ricorda la composizione del gruppo sub-imperialista più
irriducibile ed evidenzia le forze internazionali che stanno uscendo sconfitte,
dall'accordo tra Putin e Obama, ma anche dal raffreddamento della tensione
irano-americana. L'eliminazione ad Alieh del leader kaedista somalo Sami
Abdullah Ahmad e l'allarme delle intelligence occidentali, riguardo i duemila
combattenti kaedisti europei, ci ricordano quindi che l'internazionale kaedista
continua ad alimentare l'incendio siriano.
Il gruppo armato
kaedista sterminato dall'esercito siriano, mentre saccheggiava il mercato di
Al-Dbait ad Aleppo, è una conseguenza del cambio di fronte della Turchia di
Erdogan. Senza più quel retroterra logistico, le milizie fondamentaliste sono
costrette ad estremi rimedi di sussistenza ed a un radicale mutamento
strategico: passare dalla guerra aperta alla guerra di bande, ma anche cercare
di aprire un nuovo fronte in Libano, dove il supporto imperialista occidentale
possa arrivare dal mare. La guerra siriana insomma deve continuare per
travolgere altri popoli ed ecco il messaggio di Natale da Maaloula: bruciare la
croce.
Nessun commento:
Posta un commento