lunedì 16 dicembre 2013
Gli Iskander di Putin: la Russia torna a minacciare la Germania
Soso
Se la crisi siriana di fine agosto ci ha insegnato che la supremazia militare euro-atlantica non esiste più, la novità di oggi è che la Russia, schierando nell'ultimo anno "un numero a due cifre" di batterie missilistiche a corto raggio Iskander a Kaliningrad - come ha rivelato il quotidiano tedesco Bild - pone Berlino sotto tiro e a differenza della crisi per gli euromissili degli anni 80, con cui l'URSS di fatto perse la guerra fredda, un eventuale conflitto vedrebbe l'impiego di missili atomici probabilmente solo in Europa centrale, con tutte le conseguenze strategiche che già trent'anni fa portarono quasi alla neutralizzazione della Germania, ma anche dell'Italia.
Se consideriamo anche gli Iskander schierati, sembra, nell'alleata Armenia, possiamo trarre tutte le conseguenze negative della corsa americana verso i nuovi armamenti, come quelli a lungo raggio non nucleari e il famoso scudo antimissile in Polonia e repubblica ceca.
Tra queste conseguenze è possibile inserire anche la nuova linea di Erdogan, che appare tentato dal portare la Turchia nell'Unione Eurasiatica e cioè a fianco della Russia.
Il tanto dibattuto sistema antimissile, dimostra soprattutto il tentativo degli Stati Uniti di bloccare l’allontanamento dell'Europa: il collante della NATO infatti è sempre più debole e pochissimi Paesi europei adempiono ormai ai loro obblighi finanziari verso l'alleanza.
Posta esattamente al centro di una crisi che assume una forma globale, l'Italia insisterà per essere presente a Ginevra 2, la conferenza internazionale sulla Siria, di cui il segretario generale dell'Onu annuncerà la composizione del tavolo il 20 dicembre (come ha riferito il ministro degli Esteri Emma Bonino alle commissioni riunite di Camera e Senato). L'Italia, secondo il ministro Bonino, ha tutti i titoli giusti per esserci, infatti la Farnesina ha anche dato disponibilità all'uso di un porto italiano per il trasbordo del materiale chimico siriano, da smaltire - sembra - in Croazia.
Dunque cosa sta accadendo? Il temibile effetto domino, che a partire dallo schieramento navale russo di Tartus ha già raggiunto l'Egitto e influenza anche Cipro, Grecia e Turchia, potrebbe aver provocato come risposta anche la crisi Ucraina? E basterà un ministro accorto come Emna Bonino a vigilare su un quadro complesso e in costante evoluzione o dobbiamo tutti aspettarci un futuro ancor più fosco di quello che già ci è stato raccontato?
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